Cos’e’ l’Auto Aiuto?

L’auto Aiuto è un fenomeno sociale nato spontaneamente in tempi lontani per fronteggiare problemi materiali e di sopravvivenza conseguenti a importanti cambiamenti sociali. Solo più recentemente si è trasformato in una forma di sostegno anche per problemi emotivi.

La definizione maggiormente condivisa dei gruppi di Auto Aiuto è di Alfred Katz e Eugene Bender e risale al 1976:

“I gruppi di Auto Aiuto sono strutture di piccolo gruppo su base volontaria finalizzate al mutuo aiuto e al raggiungimento di particolari scopi. Essi sono di solito formati da pari che si uniscono per assicurarsi reciproca assistenza nel soddisfare bisogni comuni o per superare un comune problema di vita o, ancora, per impegnarsi a produrre desiderati cambiamenti personali o sociali.

I gruppi di Auto Aiuto enfatizzano le interazioni sociali faccia a faccia e il senso di responsabilità personale dei membri.

Essi spesso assicurano assistenza materiale e/o sostegno emotivo.” (Tratto da: “The strenght in us” –
1976)

Perche’ IDEA organizza
Gruppi di Auto Aiuto?

Fin dall’inizio della sua attività IDEA Trieste ha creduto nell’utilità dei Gruppi di Auto Aiuto per chi soffre di depressione, disturbo bipolare e disturbi d’ansia, con l’obiettivo di combattere la disinformazione e lo stigma che, sebbene i grandi progressi in ambito scientifico, psicofarmacologico e psicoterapeutico, gravano (ancora oggi) su questi disturbi.

Chi soffre di depressione o d’ansia sa quanto l’opinione pubblica spesso attribuisca queste condizioni ad un “brutto carattere” o a “scarsa voglia di impegnarsi” e mette in conto, un’ulteriore sofferenza causata dai frequenti commenti e giudizi. “Ma cosa ti manca?”, “Se ci mettessi un po’ di buona volontà?”, “Non pensi che se ti impegnassi come ognuno di noi supereresti le tue paure?”.

Commenti e giudizi che si nutrono di scarsa informazione, luoghi comuni e che trovano strada facile a causa dell’apparente invisibilità delle forme depressive e d’ansia. Non esistono infatti indagini, radiografie, analisi che possano inequivocabilmente dimostrare l’esistenza di queste patologie. È solo l’ascolto non giudicante che può farci capire la sofferenza di chi non riesce ad alzarsi dal letto al mattino o allontanarsi da casa da solo.

Cosa succede
in un GAA IDEA Trieste?

La sofferenza derivante dal disturbo di per se e quella derivante dal non essere creduto o capito generano un forte bisogno di condividere i propri stato emotivi con chi ne ha un’esperienza diretta.

Il GAA rappresenta un contesto protetto in cui si può raccontare ciò che si prova ricevendo un ascolto partecipe e non giudicante. Le persone sentono il sollievo di chi, in un paese straniero, incontra qualcuno che parla la stessa lingua e sta attraversando un’esperienza di cui riconoscono le tracce.

Potersi esprimere liberamente, vedere la propria condizione da una prospettiva diversa, accorgersi di non essere soli, osservare come gli altri gestiscono le difficoltà, sapere di poter contare su una rete di supporto, questo è ciò che accade nei GAA IDEA Trieste.

Processi che non sostituiscono i necessari trattamenti farmacologici e/o psicologici ma che li sostengono incoraggiando le persone a seguirli con fiducia, ad essere più consapevoli del proprio stato e più aderenti ai percorsi di cura.

Come fare per entrare
in un GAA IDEA Trieste?

Entrare in Gruppo di Auto Aiuto IDEA é facile e la partecipazione è totalmente gratuita.

È sufficiente prendere un appuntamento con un volontario per un colloquio preliminare, un incontro di conoscenza reciproca per raccontarsi, conoscere IDEA, chiedere informazioni, ricevere chiarimenti. E, a volte, per iniziare a rompere il silenzio.

Regolamento dei GAA

Ogni partecipante ad un gruppo si impegna a:

  1. Leggere attentamente il regolamento dei Gruppi di Auto Aiuto IDEA.
  2. Partecipare agli incontri con una certa continuità, salvo serie di motivi.
  3.  Arrivare agli incontri in orario, per rispetto nei confronti degli altri componenti del gruppo e per non
    interrompere un discorso già iniziato.
  4. Avvisare telefonicamente i facilitatori qualora non si possa partecipare all’incontro.
  5. Avvisare i facilitatori se si intende lasciare il gruppo temporaneamente o definitivamente.
  6. Durante gli incontri permettere a tutti di intervenire senza monopolizzare l’attenzione della platea.
  7. Usare sempre un modo di esprimersi e un tono di voce civili, non offensivi e rispettosi.
  8. Non considerare il gruppo un pulpito per propagandare le proprie idee in fatto di religione, politica
    ecc.
  9. Non esprimere giudizi o critiche su quanto viene detto durante gli incontri.
  10. Non disturbare con contestazioni o critiche motivate l’andamento del gruppo tentando di trasformarlo
    in qualcosa di diverso da quello che è, un luogo di condivisione e partecipazione.
  11. Non dare consigli perentori e rispettare lo spazio e il tempo necessario a ciascuno per esprimersi,
    ascoltare dare e ricevere sostegno.
  12. Mantenere l’assoluta riservatezza su quanto viene detto durante gli incontri, perché ciascuno si
    sente più libero di raccontarsi.
  13. Non offendere in alcun modo i partecipanti, criticando le loro idee o il loro modo di agire.
  14. Non trasformare il gruppo aiuto in un gruppo di psicoterapia. È opportuno evitare analisi della
    personalità o ricerca di motivazioni inconsce.
  15. Evitare di dare suggerimenti su farmaci di potenziare diagnosi ricordandosi che il gruppo ha funzione
    di conforto e sostegno non di terapia.
  16. Lasciare in perfetto ordine il locale che ospita il gruppo dopo ogni riunione.